L’insufficienza venosa è una malattia della circolazione sanguigna caratterizzata da un ritorno difficoltoso del sangue dagli arti inferiori (gambe) al cuore. Si tratta di un disturbo molto diffuso, che colpisce soprattutto le donne e tende ad aggravarsi nella stagione calda. La sua manifestazione è favorita dalla presenza di alcuni fattori predisponenti, come l’ereditarietà, l’eccesso di peso, uno stile di vita sedentario, la cattiva alimentazione, il tipo di attività lavorativa, squilibri ormonali e particolari condizioni fisiche come la gravidanza.
In particolare, l’attitudine alla sedentarietà e uno scorretto regime alimentare rappresentano i principali fattori di rischio, pertanto, la regolare attività fisica e una varia, corretta ed equilibrata alimentazione sono le prime forme di trattamento della patologia. In questo articolo ci occuperemo in particolare della dieta che ha lo scopo di prevenire l’eccesso di peso, che potrebbe aggravare o favorire le gambe gonfie e un difficile ritorno sanguigno, oltre che garantire l’apporto di alcuni macro e micronutrienti fondamentali per facilitare la corretta circolazione del sangue e contrastare le vene varicose.
I segni e sintomi dell’insufficienza venosa sono molteplici, differenti tra loro e possono nel lungo periodo progredire compromettendo la qualità della vita di chi soffre di tale disturbo circolatorio. I principali sintomi includono:
Nel caso in cui il ristagno dei liquidi assuma la forma di veri e propri edemi, con un significativo aumento della circonferenza della caviglia o del polpaccio, oppure sia presente in altre parti del corpo, è necessario informare tempestivamente il proprio medico affinché possa escludere cause diverse dall’insufficienza venosa (es malattie cardiache, renali, epatiche, etc.). Stesso dicasi nel caso in cui il gonfiore dovesse apparire molto rapidamente o interessare una sola gamba o parte di essa.
Quindi è molto importante riconoscere i primissimi segni d’esordio della malattia e rivolgersi prontamente a medici specializzati (angiologo, flebologo) così da poter ottenere un’adeguata valutazione clinica, completa di esami strumentali come l’eco-doppler o l’angiografia, e poter intervenire sulla malattia il prima possibile, andando quindi a limitare i possibili danni.
In generale ci sono alcune raccomandazioni che possono aiutare a migliorare i sintomi e rallentare l’evoluzione della malattia. È comunque raccomandabile affidarsi al proprio medico curante, che conosce la storia clinica di ciascuno per inquadrare al meglio la soluzione migliore.
Per quanto riguarda la dieta è consigliato:
Nella seconda parte dell’articolo che seguirà, verranno indicati in maniera più specifica gli alimenti da limitare e quelli generalmente consigliabili in presenza della malattia.
Lo staff fisioterapico di Stefani Sport
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